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Roll Tecnique modificata – Note tecniche

dott. Francesco Giordano, dott. Dario Di Paola, dott. Graziano Langone, dott.ssa Anna Bilotta

 

Al fine dell’ottenimento di un profilo vestibolare naturale, si rende spesso necessario un protocollo che preveda un incremento del tessuto osseo con procedure di GBR.

Nel caso di deficit lievi può essere risolutivo anche soltanto un innesto di tessuto connettivale.  Inoltre, un aumento di spessore del tessuto connettivale vestibolare è utile anche a prevenire una recessione marginale, conservando in tal modo nel tempo il valore estetico della riabilitazione.

Le classiche tecniche per innesti di tessuto prevedono il prelievo dal palato e il sito ricevente, esponendo il paziente a due siti chirurgici e aumentando il disagio post operatorio.

Il ricorso ai lembi peduncolati, offre il vantaggio di ridurre il disagio post operatorio per il paziente, richiedendo un solo il sito chirurgico.

Nel 1980 Abrams propose una tecnica nota come roll technique che prevedeva il sollevamento di un lembo peduncolato dal palato, dopo disepitelizzazione. Il lembo veniva poi ripiegato al di sotto della mucosa vestibolare per aumentare la dimensione vestibolo palatina della cresta edentula, in vista dell’inserimento di una protesi fissa. Tale lembo veniva rilasciato per mezzo di due incisioni verticali estese nella mucosa alveolare vestibolare.

Già diversi autori hanno proposto delle modifiche a tale tecnica, conservando rispetto ad Abrams le incisioni intrasulculari a garantire uno spostamento sufficiente dei tessuti, ma eliminando le incisioni verticali, così da ottenere una soddisfacente continuità tra la sede dell’aumento ed i tessuti adiacenti, e riducendo inoltre il rischio di cicatrici visibili.

 

Con questo caso intendo descrivere una modifica della tecnica, senza praticare incisioni verticali, preservando la papilla dei denti adiacenti. La tecnica chirurgica è utilizzabile simultaneamente al’inserimento implantare nelle tecniche ad una fase chirurgica, realizzando un lembo misto a spessore totale nella porzione coronale e parziale nella porzione apicale oppure in fase di riapertura nei protocolli implantari a due fasi, con un lembo a spessore parziale.

 

Un paziente di sesso maschile e di anni 38 si presenta alla nostra attenzione. All’esame obiettivo si evidenzia la mancanza dell’elemento dentario 13. Data l’integrità degli elementi dentari contigui e la giovane età del paziente, si propone, come terapia di elezione, una riabilitazione implantoprotesica.  Il paziente non è affetto da patologie sistemiche che possano interferire con la terapia in questione ed è un moderato fumatore.

Nella prima fase chirurgica, effettuati gli opportuni controlli radiografici, viene inserito l’impianto secondo il protocollo indicato dalla casa produttrice.

Nella seconda fase chirurgica, a distanza di 4 mesi, previa anestesia locale con vasocostrittore, si scolpisce un lembo a spessore parziale. Si pratica inizialmente una incisione 1,5-2mm oltre la massima circonferenza della vite tappo verso il palato in senso mesio distale; quindi due tagli in direzione vestibolare a 1,5mm di distanza dai denti contigui, così da preservare le papille, e fino alla completa scopertura della vite tappo dell’impianto(Fig. 1 e 10). Il lembo così disegnato, viene disepitelializzato con una fresa a palla diamantata montata su strumento rotante, e poi scollato con scollaperiostio fino alla esposizione completa della vite tappo.

Si pratica a questo punto, con una lama 15C, un’incisione vestibolo-apicale, al fine di creare un marsupio dove intascare il lembo (Fig 8).

L’introduzione del lembo nel marsupio è estremamente facilitata dall’esecuzione di un unico punto a materassaio che servirà anche a stabilizzare il lembo (Fig. 2, 3 e 9).